Opere di

Elisabetta Guidali


Dal golfo

Cerco e non trovo  
giacché non esiste  
distanza tra te corvo  
e me farfalla  
che la notte cadente  
non azzardi di colmare  
in quel tempo  
che ci risorge  
tra il primo equinozio  
e l’altro. Autunnale.  

E tu ne sei la prova  
avvinto al mare  
inerme, mai cosciente  

nella morsa muta   
del ricordo.  

Te corvo, o meglio gufo  
presagio di dolore  
io crisalide che non sa  
sbocciar farfalla  
ma che l’estate s’illude  
di saper volare.  


La ballerina

Ed era il carillon che girava   
a dare il senso del corso del mondo   
la ballerina da sola danzava   
rompendo il silenzio profondo   
nella soffitta da tempo lasciata  
in una sottile dimenticanza   
di polvere appena accennata.   

Intanto la musica nella stanza   
a fatica piano piano saliva  
come destata da un sogno soffuso   
la ballerina il suono seguiva   
ma dal carillon usciva confuso. 

Lei girava, girava sul pezzo  
di quell’aria da tempo sgualcita   
più di una nota saltava nel mezzo   
di quella musica quasi infinita.  

Li ripeteva sempre a memoria  
quei gesti soavi di leggera armonia  
come un mesto copione di storia   
che annega nel tempo la fantasia.  
Linea sottile, sagoma grigia

in quel suo lento armonico fluire

svelava un’anima scoperta bigia

che non conosce la via per uscire,

figura che ogni giorno s’ostina 

a seguir l’orme d’un vago destino 

la cui musica a stendo indovina 

nell’eco soffusa di quell’abbaino.   
Non siamo così tanto dissimili  
noi piccoli stolidi esseri umani  
perché danziamo su note sottili  
di sghembi sogni che appaion vani.  


Pensieri

Non pensavi
che il dolore

potesse essere

così struggente

terribile,

angosciante,

ottuso nella sua

crudeltà. 
Credevi scalfisse

solamente l’animo

e non si spingesse

in profondità. 
Ha trafitto l’anima

squarciata e sventrata

per dimostrare
l
a sua odiata potenza. 
Facile trionfare

in un animo
sottomesso. 


Manchevole

Manca qualcosa  
qualcuno mi disse,  
definiscilo se riesci  
il senso della comunanza,   
l’umano sentire,  
il sole che   
somiglia al bene  
o solo il sotteso anelito  
alla dimensione del cosmo.  

Manca mi disse  
e definiscilo se riesci.  

Ma qui non troverai  
risposta:  
è troppo personale   
un verso  
per dar sfogo  
all’impersonalità   
dell’universo.   



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